Le tipologie di investimento in oro più diffuse

Nonostante la progressiva finanziarizzazione della nostra economia, abbiamo visto frequentemente, coi ribassi di borsa che si sono susseguiti nel corso degli ultimi anni, l’aumento dei livelli dei prezzi dell’oro che da sempre è considerato un bene rifugio molto richiesto. I livelli di mercato hanno toccato prezzi vicini ai massimi storici fruttando anche qualcosa in termini di rendimenti ai fortunati investitori, ma cosa significa investire in oro? Come è possibile accedere a questo mercato?

– Oro finanziario e oro reale.

Esiste una sostanziale differenza tra l’investire nell’oro reale – lingotti, monete – e farlo nell’oro finanziario – attraverso strumenti finanziari che replicano l’andamento del valore dell’attività reale, come gli ETC. Sia l’una che l’altra modalità possono rivelarsi investimenti fruttuosi ed effettivamente consentono all’investitore di perseguire gli obiettivi di risparmio che si è prefissato. Entrambe le tipologie hanno i loro pro e i loro contro.

– Vantaggi e svantaggi dell’investimento nella materia prima.

Contrariamente a quello che si penserebbe, investire nell’oro reale – per quegli investitori che non vedono di buon grado gli investimenti di natura prettamente finanziaria – non è un’operazione scevra da rischi. Non a caso le monete e i lingotti, potrebbero avere degli scarti in termini di purezza che ne pregiudicano il valore. Non tutto l’oro, infatti ha una purezza al 999.9, ma spesso il valore della saggiatura si attesta ad un valore più basso, che si configura come una perdita secca sul valore dell’investimento. Basta controllare la quotazione di oro usato per rendersi subito conto di cosa abbiamo tra le mani. Uno svantaggio da non sottovalutare è, nonostante la legge consenta attualmente anche ai clienti privati di possedere in casa oro fino . ovvero non lavorato – è necessario dotarsi delle giuste protezioni, dalle cassaforti del caso alle assicurazioni sul furto.

– Gli ETC come alternativa di investimento.

Si tratta di prodotti finanziari strutturati, ETC è l’acronimo di Extended Traded Fund, ovvero un fondo di investimento generalmente a gestione passiva che investe nell’attività reale, depositata di norma presso i caveau di una banca d’affari. Alternative a quegli ETC che investono direttamente nell’attività reale, ce ne sono alcuni altri che comprano specificamente derivati, ovvero contratti a scadenza sulla materia prima. La particolarità di questi strumenti sta nella necessità di non doverli osservare sul mercato, anche se in virtù della loro finanziarizzazione, potrebbero non essere perfettamente fedeli nel replicare il valore dell’attività reale, dal momento che su questi strumenti agiscono degli spread trattenuti come commissioni dalle società che li strutturano. Tra gli svantaggi si annoverano anche le commissioni di gestione della banca intermediaria che si occupa della transazione; normalmente questi strumenti vengono depositati dai clienti retail sottoforma di quote in apposite rubriche o depositi amministrati e generano delle commissioni di gestione, oltreché per essere acquistati e venduti sul mercato.